Il 29 dicembre scorso Caetano Calil riceveva un prestigioso riconoscimento, quello di miglior giocatore della Lega Pro nell’anno solare 2015. Un titolo meritato, diretta conseguenza di quanto l’attaccante brasiliano aveva fatto vedere con le maglie di Salernitana prima e Catania poi.
A poco più di tre mesi di distanza lo stato d’animo di Caetano non potrebbe essere più diverso. Nell’ultima gara, quella contro la Lupa Castelli Romani, Calil è stato sostituito al 53′, quando il risultato era ancora in bilico ed i rossazzurri alla disperata ricerca dei tre punti. Semplice scelta tecnica quella di Francesco Moriero, peraltro azzeccata visto chi lo ha rimpiazzato, Gianvito Plasmati, ha poi risolto il match.
È la prima volta in stagione che la leadership di Calil, che è anche il capitano della squadra rossazzurra, viene messa in discussione. Anche lui, adesso, non è più un intoccabile. Del resto, sono state proprio le sue ultime prestazioni a sottrargli questo speciale status: soltanto due i gol nel 2016, su un totale di 12 gare disputate.
Moriero, che lo conosce e lo apprezza sin dai tempi di Crotone, ha giustificato le sue difficoltà con ragioni puramente tattiche, sostenendo come il vero ruolo del brasiliano sia quello di trequartista: “Calil non è un attaccante centrale – ha detto il tecnico salentino – non può giocare spalle alla porta, lì è un adattato“.
Aldilà delle motivazioni tattiche – nel girone d’andata, agendo da prima punta, il brasiliano realizzò comunque 9 reti – a non convincere è l’atteggiamento di Calil, che deve necessariamente dare di più per conservare il proprio posto nell’undici titolare. A partire da Benevento. Moriero, come già dimostrato domenica, non guarda in faccia nessuno.
Fonte foto: calciocatania.it
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