Arrivato ai piedi del vulcano con i favori dei pronostici e salutato dalla stampa come tecnico di assoluto rispetto, Andrea Sottil, dopo oltre sei mesi sulla panchina rossazzurra, non è più l’allenatore del Catania. Al suo posto la società etnea ha scelto di puntare su Walter Novellino, tecnico di esperienza e di carisma. Ancora oggi i sostenitori rossazzurri e gli addetti ai lavori si chiedono cosa non abbia funzionato? Cosa sia successo? Ed ancora come sia potuto accadere che una società debba sollevare dall’incarico un allenatore a cui erano stati concessi ben tre anni di contratto? Come è possibile tutto ciò?
Rispondere a tutti questi interrogativi può esser impegnativo, ma non impossibile. A voler dar spazio alle risposte bisognerebbe partire dai 75 giorni in cui la squadra è stata ferma in attesa di capire in quale categoria avrebbe dovuto giocare. La prima risposta sta dunque nel “tour de force” che i rossazzurri hanno dovuto affrontare con tutti gli impegni ravvicinati che, di fatto, ne hanno impedito una corretta preparazione atletica, oltre che un adeguato piano settimanale di allenamenti propedeutici alla classica gara della domenica.
Lo scenario sin qui descritto non deve però fungere da alibi, perché il tecnico piemontese nella ricerca spasmodica di dover fare a tutti i costi il risultato, e nella speranza di recuperare calciatori psicologicamente scarichi ha cercato di ridefinire più volte i moduli tattici, sconquassando , di fatto, un assetto tattico che tutt’ora risulta non pervenuto. La compagine rossazzurra, infatti, sotto la gestione Sottil ha alternato: 4-2-3-1, 3-4-3, 3-5-2, 4-2-4 (spesso in corsa), e 4-3-3. Le vittorie, spesso, casuali e fortuite sono state per più e più volte, un campanello d’allarme sul quale in molti si sono voluti soffermare. Certo i calciatori etnei sono apparsi scarichi e non all’altezza delle aspettative, come nel caso di Davis Curiale, ancor oggi, più croce che delizia come si può evincere dal tabellino dei marcatori.
L’impressione, inoltre, è che in un momento in cui c’era bisogno di efficacia e concretezza Sottil volesse dimostrare a tutti i costi il proprio valore, e quasi specchiandosi, andava alla ricerca di una raffinatezza tanto elaborata, quanto inutile. L’epilogo di tutta questa vicenda si palesa nella gara di Viterbo, dove in campo i rossazzurri erano insindacabilmente demotivati, stanchi e senza idee. Troppi gli elementi sul tavolo della dirigenza per far si che la società non prendesse provvedimenti.
L’attualità oggi si chiama Walter Novellino e non ci è ancora dato sapere se il neo allenatore rossazzurro riuscirà nell’impresa della promozione tramite playoff, ma alla luce di tutti gli avvenimenti fin sopra citati un cambio di rotta era pur necessario. Chissà se il nuovo tecnico riuscirà nell’impresa di far emergere il vero volto del Catania lavorando sulla mente e sulle gambe dei calciatori etnei e, in tal senso, le gare contro Catanzaro, Juve Stabia e Reggina sveleranno molto di ciò che ancora rimane inedito.
Ha anteposto il suo ego alla identità della squadra. Non ha capito la rosa che gli hanno messo a disposizione, buoni giocatori e basta, che lui doveva trasformare in squadra. Ebbene la squadra non c’è mai stata. Domenica nel secondo tempo ho intravisto una squadra.P.S. unica attenuante un portiere inguardabile che ci fa partire dallo 0-1. Come domenica.