Il viaggio di ritorno dei rosssazzurri in pullman, dopo la deludente prestazione di Viterbo, ha il sapore della disfatta. Numeri impietosi quelli che caratterizzano il rendimento esterno degli etnei che, lontano dalle mura amiche del Massimino, hanno collezionato solo 2 punti nelle ultime cinque gare e soltanto due goal siglati nelle ultime 7 partite, sempre fuori casa.
A preoccupare, oltre ai numeri poco confortanti, è lo stato di salute della squadra che appare davvero smarrita sia sotto l’aspetto del gioco che sotto quello mentale. A dieci partite dalla bandiera a scacchi, infatti, il Catania si trova ad aver già salutato non solo il primo piazzamento in classifica, ma con il quarto posto occupato attualmente sta mettendo in serio rischio la possibilità di conseguire anche il secondo posto in graduatoria che permetterebbe, di fatto, un percorso più agevolato nel cammino dei playoff.
La totale mancanza non solo di un’identità di gioco, difficile da trovare in una stagione così maledettamente travagliata, ma più in generale di ogni basica organizzazione di gioco tende, inevitabilmente, a mettere in discussione il futuro sulla panchina rossazzurra di Andrea Sottil.
La serie C non è certamente una categoria per palati fini, ma se a mancare è ogni genere e tipo di concretezza, certificata, tra l’altro, dall’unico tiro in porta giunto all’89eimo minuto di gara contro i laziali della Viterbese, allora è chiaro che il cammino dei playoff è più che mai messo a rischio.
I 50 punti conseguiti dagli etnei sino ad ora ed un rendimento interno più che buono tengono ancora a galla i rossazzurri, ma la società dovrebbe riflettere, seriamente, su un cambio di guida tecnica, perché a 10 giornate dalla fine un nuovo profilo tecnico potrebbe, almeno, portare a quel minimo di organizzazione di gioco che nell’arco di questa stagione è quasi sempre mancata. Ma ad evitare la possibile scossa c’è l’aspetto contrattuale che lega il tecnico Andrea Sottil alla società, infatti, il contratto triennale non agevola affatto quella che potrebbe essere una decisione dolorosa, ma necessaria. Alla società la prossima mossa, quella più importante.