Il Catania, con il 2-0 casalingo inflitto al Monopoli, concludeva il suo 2018 con una striscia di tre vittorie consecutive che l’aveva portato ad accorciare la distanza dalla Juve Stabia capolista a nove lunghezze. I rossazzurri, grazie anche agli acquisti che sarebbero poi stati concretizzati nel corso della campagna invernale di rafforzamento, erano attesi da un inizio di 2019 che avrebbero dovuto interpretare con aggressività e determinazione, nel tentativo di ridurre ulteriormente le distanze dei campani. A conti fatti, dopo che il Catania ha disputato già quattro partite di campionato nel nuovo anno (vittoria con il Rende, pari con la Vibonese e sconfitta a Siracusa, più il successo a tavolino sul Matera), la Juve Stabia ha invece ulteriormente allungato, portando il suo vantaggio a +12 sugli etnei (al netto della gara da recuperare). Certamente non quello che ci si aspettava dalla squadra allenata da Andrea Sottil.
OBIETTIVO – Pensare di andare a prendere, in classifica, una Juve Stabia che sta viaggiando a ritmi incredibili (ancora imbattuta a febbraio) e per di più con una squadra senza un’identità e un assetto ancora chiari e definiti, appare al momento decisamente utopistico. Per di più, il Catania non è certo da solo nell’inseguimento ai campani: anzi, Catanzaro e Trapani stanno meglio degli etnei. L’obiettivo allora deve cambiare? Se si guarda al campo e ai risultati, la dura e amara realtà dice di sì: per bravura degli avversari e per debolezze proprie, il Catania non sembra in grado di inseguire la promozione diretta. L’obiettivo più realisticamente alla portata sembra il raggiungimento del secondo posto, quello che assicura il miglior piazzamento nella griglia play-off: già questo implicherebbe un primo fallimento (la promozione diretta), ma sarebbe folle gettare tutto alle ortiche con una seconda parte di stagione ancora da ultimare.
NUOVI ACQUISTI – I giocatori presi dal Catania nel mercato di gennaio rappresentano dei top, sulla carta, per la categoria, ma il problema è lo scarso (in alcuni casi nullo) minutaggio cui sono stati sottoposti nelle loro precedenti esperienze, che fa sì che risultino al momento tutti fuori condizione. Se sommiamo le presenze di Carriero, Di Piazza, Sarno e Valeau nella prima parte di stagione, arriviamo a un totale di nove gare disputate: zero per Carriero e Valeau, una per Sarno e otto per Di Piazza. Solo il giovane Liguori, in Serie D, è stato impiegato con continuità. E dire che mister Sottil ci era sembrato chiaro, nel post-gara di Catania-Monopoli, nell’esporre il suo pensiero a proposito del mercato di gennaio: “Bisogna stare attenti, perché se si prendono giocatori che sono in inattività serve metterli a posto fisicamente perché poi non è che io schiocco le dita e loro si mettono a correre“.
SOTTIL – Proprio Sottil adesso è diventato il capro espiatorio: in tanti ne chiedono l’esonero, individuando nella conduzione tecnica il principale problema del Catania. Detto che alcune scelte dell’allenatore, negli ultimi tempi, non sembrano effettivamente lucide, ci chiediamo perché, arrivati ad un certo punto della stagione, nel mirino delle critica finiscano puntualmente sempre e solo gli allenatori: prima di Sottil, era stato il turno di Cristiano Lucarelli (oggi addirittura da qualcuno rimpianto, mentre lo scorso anno era stato bollato da molti come inadeguato) e Pino Rigoli. Noi crediamo che, mister a parte, il problema del Catania sia più radicato: bisogna tornare a far sì che quello rossazzurro sia un contesto vincente, una macchina funzionante. Perché al momento l’impressione è che chiunque sieda in panchina o scenda in campo, trovi le medesime difficoltà.
MA COME? – In un momento complicato come questo, con la fiducia della piazza giunta ai minimi storici, riteniamo che la cosa più giusta sarebbe mettere da parte un certo tipo di dichiarazioni roboanti ed essere soprattutto sinceri. L’obiettivo del Catania, a meno che si verifichi l’imponderabile, sono i play-off, ed è su questa linea che debbono a nostro giudizio indirizzarsi tutti gli sforzi. Bisogna sfruttare questo periodo per definire l’assetto tattico della squadra, donarle una identità vera e riconoscibile, mettere in condizione gli acquisti di gennaio (Sarno e Di Piazza) ed integrarli nel sistema. L’alternativa sarebbe tirare i remi in barca a febbraio. E, francamente, non ci pare un’alternativa.
Fonte foto: Catania46.net/Luigi Saitta
Voglio essere chiaro: o siamo convinti che i responsabili dell’area tecnica hanno male assortito l’organico e allora è giusto che Sottil resti al suo posto e che preghiamo tutti in un suo miracolo o riteniamo Sottil responsabile del mancato assemblamento e allora tergiversare potrebbe essere fatale.
Vedo che i commenti critici ma educati non vengono accettati. Se cosi fosse saremmo proprio alla frutta.
Il suo commento è stato regolarmente pubblicato, non ci interessa minimamente censurare commenti di nessun tipo se educati nella forma. Come è per l’appunto il suo. Esistono semplicemente dei tempi tecnici perché ogni messaggio venga approvato. Un po’ di pazienza, grazie 🙂
Condivido in toto l’analisi, desidererei solo un chiarimento perche’ non mi capacito; la vostra testata gior alistica non perde l occasione di elogiare il duo Argurio/Lo Monaco, come due ottimi manager, conoscitori del mercato e mattatori dello stesso, non mi riesco a Spiegare come mai non sia stato acquistato Bianchimano. andato al Catanzaro, che ad un certo punto voi avete pubblicato che fosse uno degli obiettivi del Catania, e come mai. nonostante le a vvertenze di Sottil si sono acquistati calciatori lontani da tempo dai campi di gioco. che prima di integrarsi con la squadra e rendere fisicamente al meglio, il campionato sara’ finito.Ho la presunzione di averlo intuito, perche’ oltre a seguire i rossazzurri dal 1960, conosco il Sig.Amministatore delegato, che non acquista alcun cal
ciatore, sebbene utile alla squadra se non sottosta’ alle sue imperiose ed ultimative condizioni, e, pertanto, poi ripiega su altri,normalmente acciaccati o ormai fuori rosa vedi Llama,Scaglia,Vassallo,Ciancio, ora anche Mar hese, questi solo quest’anno, ma ne potrei mentovare centinaia di questi casi negli anni del suo interregno.Se vuole veramente bene a questa citta’ faccia seriamente il suo lavoro, con lo stesso amore
che mettono tutti quei giovani che la domenica seguono la squadra in tutte le perigliose trasferte del campionato
senza cinici e spregiudicati calcoli.Sulla scorta di quanto affermato, vada subito a chiamare in squadra il concittadino Di Grazia, messo fuori rosa per
sterile impuntamento personale e punti, una volta,sui giovani e non sui cavalli( stanchi) di ritorno e sui giovani catanesi che in questo momento giocano ( primo fra tutti Lele Catania) in squadre siciliane, dimostrando bravura, non riuscendo a conoscere le vere ragioni del perche’ non difendono i colori della squadra della loro citta’
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alciatori che intendequistare.