“Grande partita, siamo scesi in campo con il coltello tra i denti viste anche le mille vicissitudini dell’ultimo periodo. Ci eravamo legati un po’ al dito la sconfitta nella partita di andata: avevamo preso una grossa bambola, siamo giocatori esperti e ci tenevamo fortissimamente a vincere oggi. Catanzaro forte, ma noi abbiamo fatto una partita da Serie C: ci siamo messi dietro e siamo ripartiti forte. Le critiche? Non m’interessano. Io non so cosa scrivono su di me, non leggo i giornali né niente. Capisco perfettamente quando faccio male, ho l’età giusta per capirlo da solo”.
“L’esultanza dopo il gol? Lo capisco, ma non posso farci niente. Io sono fatto così, o piaccio o non piaccio. Dopo la partita, ci si rende conto degli errori: mi dispiace per il gesto, ma quando si viene insultati per 90 minuti senza motivo mi dà fastidio e allora reagisco male. È stata un’esultanza un po’ fastidiosa, a me piace aizzare un po’ il pubblico quando è molto numeroso: palcoscenici del genere ci sono poche volte in Serie C. Ribadisco che non ce l’ho con il Catanzaro, e ho massimo rispetto per Auteri, che è stato anche un mio allenatore“.
“L’arrivo di Novellino? Quando arriva un nuovo tecnico, questo non può fare i miracoli. Quando le cose vanno male, non si possono mandare via i giocatori e allora si manda via l’allenatore: è una regola del calcio. Il fatto che sia stato mandato via Sottil ci ha fatto capire che stavamo fallendo come squadra: questo ci ha dato una scossa. Novellino ci ha dato tranquillità e umiltà, cose che forse ci stavano mancando ultimamente perché non si vince con i nomi ma correndo. Il mister ci ha dato compattezza ed equilibrio: in Serie C bisogna correre e lanciare la palla in tribuna se serve. Noi ultimamente ci stavamo cullando sugli allori e stavamo sbagliando“.