Il Catania riaccende la luce e lo fa battendo i campani della Casertana con un perentorio 3-0. A voler leggere solo il tabellino finale sembrerebbe esser stata una gara senza intoppi e tutta in discesa, ma in realtà la partita ha avuto un piglio diverso solo nella seconda frazione di gioco, quando Carriero ha sciolto il nodo della tensione ed i rossazzurri hanno iniziato a giocare la sfera con la maestria di chi sa il fatto suo.
La prima parte del match ha, infatti, seguito il canovaccio di sempre: ritmi lenti, timidezza in fase propositiva e nessun calciatore pronto ad assumersi la responsabilità di compiere una giocata o di dettare i tempi di gioco, nonostante Francesco Lodi fosse stato posizionato come trequartista grazie ad un centrocampo di quantità con più incontristi. Risultato a fine primo tempo, reti inviolate, e bordata di fischi dagli spalti.
Quello che, invece, accade tra l’intervallo e il secondo tempo nelle stanze degli spogliatoi rimarrà un mistero per i più, perché il Catania nella ripresa è tutt’altra storia. Carriero, infatti, apre le danze segnando ad inizio secondo tempo sgombrando la mente dai fantasmi, restituendo, di fatto, forza e coraggio ai rosssazzurri capaci, finalmente, di imporsi su un avversario che, al di la di qualche assolo di Castaldo, mai aveva impensierito la porta di Pisseri.
L’assist confezionato da Matteo Di Piazza per Marotta, dopo che Biagianti va a sradicare il pallone dai piedi di un avversario a centrocampo, e il gol fortemente voluto da Davis Curiale, inseritosi bene tra le linee bruciando sullo sprint i difensori campani, restituiscono al pubblico un Catania più certo dei propri mezzi mostrando, a tratti, giocate di prima e azioni degne di nota.
Gli abbracci nei confronti di Davis Curiale, tornato al gol dopo una lunga astinenza, da parte di tutta la squadra, il cinque dato da Marotta a tutti i compagni seduti in panca al momento della sostituzione, e capitan Biagianti che – addirittura – spinge fisicamente Saro Bucolo (reo di esser troppo vicino al capitano in una fase concitata del gioco) esortandolo a dare ancora di più sono tutti segnali di speranza che mostrano compattezza di gruppo e senso d’appartenenza. Segnali di speranza, dunque, in vista del delicato match contro il Trapani.